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Autore: admin

Ortodonzia per bambini: un sorriso sano fin da piccoli

Spesso ci chiediamo come possiamo aiutare i nostri figli a mantenere un sorriso sano fin da piccoli. Una possibile soluzione è nell’ortodonzia infantile che, come vedremo in questo articolo, può favorire il corretto sviluppo del cavo orale dei pazienti più piccoli.

Cos’è l’ortodonzia per bambini?

L’ortodonzia per bambini è quella branca dell’odontoiatria pediatrica che si occupa di guidare o correggere problemi di malocclusione e di sviluppo dei denti nei piccoli pazienti.

Viene chiamata anche ortodonzia intercettiva, in quanto intercetta precocemente eventuali alterazioni durante la crescita dei denti permanenti e lo sviluppo delle ossa mascellari.

L’obiettivo dell’ortodonzia infantile è quello di trattare i problemi dentali prima che la crescita del bambino sia completa. È infatti più facile agire sulle ossa che si trovano nella fase di sviluppo ed evitare così trattamenti più complessi in futuro.

Quali sono gli obiettivi dell’ortodonzia nei bambini?

L’ortodonzia infantile ha diversi obiettivi, che hanno lo scopo di preservare la salute orale del bimbo: 

  1. Correzione dell’allineamento dei denti: denti storti o sovrapposti non solo influiscono sull’estetica del sorriso, ma possono causare anche problemi di carie;
  2. Creazione dello spazio per i denti permanenti: il trattamento ortodontico consente di preparare il cavo orale per la crescita dei denti permanenti;
  3. Guida allo sviluppo delle mascelle: l’ortodonzia aiuta a evitare asimmetrie facciali e problemi di allineamento, migliorando la funzione respiratoria e la deglutizione;
  4. Facilitazione dell’igiene orale: denti ben allineati risultano più facili da pulire, migliorando l’igiene orale quotidiana del bambino;
  5. Correzione di abitudini dannose: alcuni bambini sviluppano “abitudini viziate” come l’uso del ciuccio e il pollice in bocca. L’ortodonzia può correggere questi comportamenti, se identificati precocemente, prevenendo così danni ai denti e alle ossa mascellari.

A che età portare il proprio figlio dal dentista?

Nel campo dell’odontoiatria pediatrica, la prevenzione riveste un ruolo fondamentale. Noi del team Grangia vi consigliamo di portare il vostro bambino a una prima visita completa intorno ai 3 anni, per intercettare eventuali alterazioni ai denti e alla crescita ossea.

Anche se non sono presenti problemi evidenti, attraverso controlli regolari, teniamo sotto controllo lo stato di salute del cavo orale del piccolo. Un intervento tempestivo ci consente infatti di guidare i denti nella posizione ottimale, riducendo la necessità di futuri trattamenti più invasivi

La nostra pedodontista, durante la visita, valuta lo stato di salute del cavo orale, la posizione dei denti, la masticazione, la deglutizione e le condizioni dell’articolazione temporo-mandibolare.

La Prima Visita rappresenta un momento importante sia per noi del team Grangia che per il bambino: è l’occasione che ci consente di creare un rapporto di fiducia con il piccolo paziente, capire la sua situazione e proporre così la soluzione più adatta.

Quando mettere l’apparecchio?

Se il tuo bambino presenta denti non perfettamente allineati, ti sarai chiesto quando è il momento giusto per fargli indossare l’apparecchio.

Noi del Centro di Odontoiatria Grangia consigliamo di intervenire prima che il piccolo paziente abbia 9 anni. Si tratta di un’età in cui sono presenti sia denti decidui che permanenti e lo sviluppo delle ossa maxillo-facciali non è ancora giunto al termine.

Quali apparecchi vengono utilizzati?

Gli attuali apparecchi ortodontici risultano essere più confortevoli rispetto al passato, in quanto sono presenti opzioni adatte a ogni esigenza, in base alla gravità del disturbo e all’età del paziente. Il trattamento viene progettato per essere il meno invasivo possibile.

Tra gli apparecchi che possono essere utilizzati troviamo: l’apparecchio fisso, l’apparecchio funzionale e l’espansore palatale.

In conclusione

Come abbiamo visto, l’ortodonzia infantile è maggiormente efficace se si interviene precocemente. La prevenzione, infatti, è l’elemento fondamentale per un trattamento ortodontico efficace e per un corretto sviluppo del cavo orale del bambino.

Se stai cercando un dentista a Cantù per la valutazione di tuo figlio, o vuoi saperne di più sull’ortodonzia nei bambini contattaci per una visita con la nostra pedodontista! Nel Centro di Odontoiatria Grangia troverai un team di professionisti altamente specializzato, che dedica particolare impegno nella cura dei piccoli pazienti.

Parodontite: cos’è e quali sono le possibili cure?

Hai notato sanguinare le gengive mentre ti lavi i denti? O magari hai un alito cattivo persistente? Questi potrebbero essere alcuni segnali della parodontite, una malattia gengivale infiammatoria che, se trascurata, può portare alla perdita dei denti. Ma non preoccuparti! Con le giuste cure e attenzioni, è possibile combattere questa malattia e tornare così a sorridere.

Nell’articolo ti spieghiamo cos’è la parodontite, quali sono i sintomi, le cause e come curarla efficacemente.

Cos’è la parodontite?

La parodontite, nota anche come malattia parodontale o più comunemente “piorrea“, è un’infezione di origine batterica che colpisce i tessuti di sostegno del dente. Questa patologia inizia come gengivite (cioè come un’infiammazione delle gengive) e può progredire fino a coinvolgere i tessuti più profondi, inclusi il legamento parodontale e l’osso alveolare, causando infine la perdita dei denti.

Cause e fattori di rischio

La parodontite è solitamente causata dall’accumulo di placca e tartaro sui denti, sono infatti questi due elementi che provocano l’infiammazione delle gengive.

Ecco quindi alcuni dei principali fattori di rischio:

  • Scarsa igiene orale
  • Dieta e stile di vita non sano
  • Tabacco
  • Predisposizione genetica
  • Diabete
  • Stress e alterazioni ormonali

I sintomi della parodontite

La parodontite può essere una patologia insidiosa perché spesso i suoi sintomi sono lievi o assenti nella fase iniziale. È importante quindi prestare attenzione ai segnali, i più comuni sono:

  • Sanguinamento gengivale (specialmente durante lo spazzolamento dei denti);
  • Gengive arrossate e gonfie (sono il segno dell’infiammazione);
  • Alitosi;
  • Recessione gengivale;
  • Mobilità dei denti (che si muovono o cambiano posizione);
  • Presenza di pus (ascesso) tra le gengive e i denti.

Come si cura la parodontite?

Per curare la parodontite è necessario un trattamento tempestivo e un approccio multidisciplinare. Ecco le principali fasi da seguire:

  1. Diagnosi precoce: È fondamentale rivolgersi al proprio dentista di fiducia già ai primi segni di questa patologia. Un sondaggio parodontale può aiutare a misurare la profondità delle tasche gengivali e valutare così la gravità dell’infiammazione.
  2. Igiene orale: Una corretta igiene orale è la prima linea di difesa. Utilizza lo spazzolino e il filo interdentale quotidianamente e prenota regolari pulizie professionali.
  3. Trattamento scaling: Si tratta della pulizia sottogengivale che rimuove il deposito di placca batterica presente alla radice del dente, permettendo così alle gengive di guarire.
  4. Terapia chirurgica: Nei casi più gravi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere i difetti ossei o per rigenerare l’osso perduto a causa della parodontite.

Dopo il trattamento iniziale, è importante continuare a monitorare la salute orale con regolari visite di controllo evitando così il rischio di possibili ricadute.

Prevenzione: la parola chiave

La prevenzione è essenziale per contrastare la malattia parodontale. Ecco alcuni consigli utili:

  • Igiene orale quotidiana: Spazzola i denti almeno due volte al giorno e usa il filo interdentale.
  • Visite regolari dal dentista: Effettua controlli periodici e la pulizia professionale almeno due volte all’anno.
  • Stile di vita sano: Segui una dieta equilibrata ed evita il fumo.

Conclusione

Non lasciare che la parodontite rovini il tuo sorriso. Una diagnosi precoce e un trattamento adeguato possono prevenire la perdita dei denti e mantenere così la tua bocca in salute. Se hai notato uno dei sintomi che abbiamo descritto, contattaci. Insieme possiamo creare un piano di cura personalizzato che ti permetterà di tornare a sorridere con fiducia. Ti aspettiamo!

Sensibilità dentale: quali sono le cause e i rimedi?

Molti di noi hanno sperimentato, almeno una volta, quella fastidiosa sensazione di dolore ai denti mentre gustavano un gelato o sorseggiavano una tazza di tè caldo. In questo articolo approfondiremo che cos’è la sensibilità dentale, esplorando sintomi, cause e possibili rimedi per alleviare questo disturbo.

Che cos’è la sensibilità dentale? 

La sensibilità dentale, o ipersensibilità dentinale, rappresenta una condizione comune che provoca dolore ai denti quando entrano a contatto con bevande o alimenti troppo caldi, freddi, acidi o zuccherati.

La causa principale è la graduale esposizione della dentina (la parte interna più morbida del dente, posizionata al di sotto dello smalto) all’ambiente esterno. La riduzione dello smalto determina così la progressiva esposizione della dentina agli agenti esterni. Lo smalto infatti è il tessuto bianco che riveste la zona più esterna del dente e lo protegge dall’usura e dai batteri cariogeni.

Inoltre, nella dentina sono presenti numerosi piccoli tubicini che contengono molte terminazioni nervose. Alimenti troppo caldi o freddi, acidi o zuccherati vanno a stimolare le fibre nervose, con conseguente fastidio e dolore acuto.

Quali sono i sintomi della sensibilità dentale?

Tra i principali sintomi avvertiti dalle persone che soffrono di sensibilità dentale troviamo:

  • Dolore acuto, improvviso e temporaneo, in risposta a stimoli specifici (freddo, caldo, dolce, acido);
  • Sensibilità durante la masticazione;
  • Sensazione di fastidio durante l’igiene orale.

La sensibilità dentale può essere associata ad altre patologie, come ad esempio:

  • Carie dentale: le carie possono causare l’esposizione della dentina e provocare sensibilità;
  • Trattamenti dentali recenti: procedure come lo sbiancamento, la pulizia dentale o lavori di restauro possono temporaneamente causare sensibilità;
  • Trattamento ortodontico: al termine del piano di cura, è abbastanza comune avvertire sensibilità ai denti;
  • Otturazioni usurate: otturazioni vecchie o danneggiate possono lasciare scoperta la dentina.

Quali sono le cause della sensibilità ai denti?

Tra le cause più comuni troviamo:

  • Recessione gengivale: quando le gengive si ritirano, lasciano esposta la radice del dente, che non è protetta dallo smalto;
  • Erosione dello smalto: il consumo eccessivo di cibi e bevande acide, il bruxismo o l’uso di spazzolini troppo duri possono ridurre lo smalto, esponendo la dentina all’ambiente esterno e ai batteri.

Quali sono le cause dell’assottigliamento dello smalto?

L’erosione dello smalto è provocato principalmente da:

  • bruxismo;
  • spazzolamento non corretto;
  • spazzolino con setole dure;
  • acidità del cavo orale;
  • dentifricio con alto indice di abrasività (es. dentifrici sbiancanti).

Cosa fare in caso di sensibilità dentale?

In caso di sensibilità ai denti, esistono alcuni semplici accorgimenti per alleviare fin da subito i sintomi più dolorosi.

Prima di tutto però è importante prenotare una Prima Visita per individuare le cause del problema ed evitare così un peggioramento della situazione. In quest’occasione, il paziente ha la possibilità di ottenere consigli riguardanti le abitudini d’igiene orale a lui più adatte, conoscere la tecnica di spazzolamento più adeguata e altre informazioni utili.

Ecco alcuni semplici consigli per iniziare subito a prenderti cura dei denti sensibili:

  • Lava i denti e utilizza il filo interdentale regolarmente;
  • Evita di spazzolare i denti con movimenti energici;
  • Utilizza uno spazzolino con setole morbide;
  • Usa il dentifricio per denti sensibili.

Quale dentifricio usare per i denti sensibili?

Il dolore associato alla sensibilità dentale può essere alleviato utilizzando un dentifricio formulato espressamente per pazienti con denti sensibili. Il fluoro, presente nei collutori e nei dentifrici, consente di mineralizzare e desensibilizzare la superficie dello smalto, rendendo i denti meno sensibili. Come abbiamo visto, per le persone che presentano un’elevata sensibilità del cavo orale, è sconsigliato l’utilizzo di dentifrici aggressivi, che deteriorano lo smalto e rendono i denti ancora più sensibili

Conclusione

La sensibilità dentale è una condizione che può intaccare il nostro benessere quotidiano. Si può presentare in maniera improvvisa o graduale, a qualsiasi età. Attraverso una corretta diagnosi e un adeguato piano di cura, è possibile però gestire questa condizione in modo efficace.Se avverti fastidio o dolore ai denti, contattaci! Noi del Centro di Odontoiatria Grangia siamo a disposizione per consigliarti il percorso più adatto alle tue esigenze.

Corone dentali: la soluzione per un sorriso perfetto

Le corone dentali sono protesi fisse, utilizzate per riparare e proteggere i denti danneggiati. Realizzate in materiali come ceramica, zirconio e metallo-ceramica, offrono resistenza e un aspetto naturale. Sono ideali per risolvere i danni causati dalle carie, ma anche per denti fratturati e miglioramenti estetici.

In questa guida esploreremo cosa sono le corone dentali, quando sono necessarie e quali benefici possono portare alla tua salute orale e all’aspetto estetico.

Cosa sono le corone dentali?

Le corone dentali sono protesi fisse che ricoprono e proteggono i denti danneggiati, migliorandone sia la funzionalità che l’estetica. Immaginale come un cappello protettivo per i tuoi denti, in grado di ripristinare l’aspetto originale del dente garantendo allo stesso tempo una lunga durata e resistenza.

Prima di applicare una corona dentale, però, è essenziale che la radice del dente sia stabile e le gengive siano sane.

Quali materiali si usano per le corone dentali?

Le corone dentali possono essere realizzate in diversi materiali, ciascuno con le sue caratteristiche specifiche:

  • Zirconia/ceramica: perfette per un risultato estetico naturale, disponibile in varie tonalità di bianco, sono le più resistenti e fatte con tecnologie digitali avanzate;
  • Metallo-ceramica: una combinazione di metallo per la struttura interna e ceramica per il rivestimento esterno (ormai le utilizziamo molto meno perché poco estetiche);
  • Resina: utilizzata principalmente per corone provvisorie, meno resistente, ma utile in attesa di una soluzione definitiva.

Quando si usano le corone dentali?

Le corone dentali sono una soluzione comune ed efficace per diverse problematiche dentali, tra cui:

Come viene applicata una corona dentale?

L’applicazione di una corona dentale segue un processo in tre fasi:

  1. Preparazione del dente: il dente viene preparato a 360 gradi per adattarsi alla corona;
  2. Impronta e realizzazione della corona: viene presa l’impronta del dente con tecnologia digitale e realizzata una corona su misura, scelta nel materiale più adatto;
  3. Fissaggio della corona: la corona viene incollata sul dente con un cemento medicale.

Quali sono i vantaggi?

Le corone dentali offrono numerosi vantaggi sia per la salute che per l’estetica del sorriso:

  • I denti danneggiati o indeboliti tornano a masticare correttamente;
  • Rinforzano i denti fragili a causa di carie, fratture o trattamenti endodontici;
  • Offrono risultati naturali e belli alla vista;
  • Sono durature e resistenti nel tempo.

È fondamentale però mantenere una buona igiene orale quotidiana e sottoporsi a controlli periodici dall’odontoiatra e dall’igienista dentale.

Conclusione

Le corone dentali rappresentano un’ottima soluzione per chi desidera tornare a sorridere senza pensieri, ripristinando sia la funzionalità che l’estetica dei propri denti.

Se sei interessato a questo trattamento, contattaci per fissare una prima visita! Noi del Centro di Odontoiatria Grangia saremo felici di conoscere la tua storia e accompagnarti nel percorso verso il sorriso che desideri.

Pollice in bocca e ciuccio: due abitudini dei bambini

I bambini spesso trovano conforto nell’uso del ciuccio o nel pollice in bocca, durante i primi anni di vita. Inizialmente, queste abitudini possono sembrare innocue, ma se persistono nel tempo hanno un impatto significativo sulla salute orale dei più piccoli.

In questo articolo, vogliamo condividere con voi l’importanza di comprendere i rischi associati all’uso prolungato del ciuccio e del pollice in bocca, e come possiamo aiutare i nostri piccoli pazienti a preservare i loro sorrisi.

Il pollice in bocca

Il pollice in bocca è un comportamento comune tra i bambini. Spesso utilizzato come mezzo di conforto e rassicurazione, aiuta il piccolo a rilassarsi.

Per il bambino succhiare il pollice è un’azione fisiologica. Si tratta di un’abitudine che comincia ancora prima che il bambino nasca. Infatti, già tra la 13a e la 14a settimana, dall’ecografia è possibile osservare il feto mentre succhia il dito. Nei primi mesi di vita, i neonati mettono il pollice in bocca come modo naturale per soddisfare il loro bisogno di suzione.

Durante i primissimi anni di vita, il pollice in bocca non costituisce un problema perché è un comportamento del tutto naturale. Se questa abitudine permane oltre una certa età, è necessario intervenire per evitare conseguenze negative sulla salute orale del bambino.

L’uso del ciuccio 

Anche l’uso del ciuccio ha un valore consolatorio ed è fonte di rassicurazione per i neonati e i bambini più piccoli. Inoltre, può essere utile per evitare che il bimbo prenda il vizio di mettere il pollice in bocca, abitudine più difficile da gestire e da eliminare.

Quali problemi possono nascere dall’uso del ciuccio o dal pollice in bocca?

L’abitudine a utilizzare il ciuccio viene abbandonata spontaneamente in epoca relativamente precoce. Più problematico è il vizio di mettere il pollice in bocca, che tende a rimanere in un numero elevato di bambini.

problemi che possono sorgere da un succhiamento protratto del ciuccio o del dito sono:

  • mancanza di contatto fra gli incisivi;
  • persistenza di deglutizione infantile;
  • palato alto e stretto, perché la lingua non espande il palato ma scarica la forza sui denti;
  • aumentata sporgenza degli incisivi superiori;
  • problemi masticatori e fonetici;
  • instaurarsi di malocclusioni;
  • difficoltà a chiudere le labbra a riposo;
  • nei casi più gravi, morso aperto per la ridotta crescita dell’osso alveolare.

Inoltre, il persistere del vizio oltre i 3-4 anni d’età può facilitare l’instaurarsi del morso incrociato. Infatti il ciuccio o il pollice modificano la posizione naturale della lingua che si abbassa, in questo modo, gli incisivi inferiori si inclinano verso l’interno, mentre quelli superiori verso l’esterno.

Molti dei problemi appena elencati si risolvono spontaneamente se il bambino abbandona l’abitudine viziata prima possibile (almeno entro il primo anno di asilo).

Come limitare l’uso del ciuccio o il pollice in bocca?

Eliminare l’uso del ciuccio o il pollice in bocca può essere una sfida per molti genitori, ma con pazienza e costanza è possibile aiutare il bambino a eliminare queste abitudini.

Alcune strategie utili da adottare possono essere:

  • Coinvolgi il bambino: Spiega al bimbo perché è importante smettere di usare il ciuccio o succhiare il pollice.
  • Limita l’uso: Riduci gradualmente il tempo in cui il bambino può usare il ciuccio. Se succhia il pollice, distrailo con altre attività.
  • Offri alternative: Quando il bambino vuole usare il ciuccio o succhiare il pollice, proponigli giocattoli o attività divertenti.
  • Usa rinforzi positivi: Crea un sistema di ricompense (come stelle o adesivi) per ogni giorno senza ciuccio o dito in bocca.
  • Crea un ambiente di supporto: Parla con altri membri della famiglia e con gli educatori per avere il loro aiuto nel processo.
  • Sii paziente: Cambiare abitudini richiede tempo, sostieni il tuo bambino con pazienza durante questo percorso.

Quando togliere il ciuccio o il vizio del dito in bocca?

L’età ideale per eliminare l’uso del ciuccio o la suzione del pollice è intorno ai 2 anni e non oltre i 3.

La gravità dei danni dipende dalla durata, intensità e frequenza dell’abitudine, oltre che dalla predisposizione genetica del bambino. Tuttavia, più a lungo il bambino persiste, maggiore è il rischio di danni significativi.

In conclusione

Come abbiamo visto, mettere il pollice in bocca o usare il ciuccio è un comportamento molto frequente nei bambini: li rilassa e li tranquillizza. Se diventa una pratica costante e si protrae nel tempo, occorre però intervenire cercando di eliminare l’abitudine viziata.

Noi del Centro di Odontoiatria Grangia desideriamo accompagnare genitori e bambini in un percorso di crescita sano ed equilibrato. Se hai bisogno di supporto o desideri ricevere consigli, non esitare a contattarci per fissare una visita con la nostra pedodontista!

Deglutizione infantile: cos’è e come intervenire

Durante la crescita, il bambino cambia il modo di deglutire in base al tipo di alimentazione. In alcuni casi, però, questo cambiamento non avviene e si verifica la cosiddetta deglutizione infantile, conosciuta anche come deglutizione atipica.

Nell’articolo approfondiamo questo disturbo che interessa il processo di ingestione dei bambini, indicando le principali cause e il modo in cui viene trattato.

Cos’è la deglutizione infantile?

La lingua riveste un ruolo fondamentale per l’accrescimento delle basi ossee e lo sviluppo di un corretto rapporto tra le arcate dentali. I movimenti e la posizione della lingua cambiano nel tempo, a seguito del passaggio dall’alimentazione liquida a quella semiliquida e solida.

Durante l’allattamento, per deglutire, il neonato posiziona la lingua tra le arcate dentarie (prive di denti). Quando spuntano i primi dentini, il corretto posizionamento della lingua è contro il palato, dietro agli incisivi superiori.

Nel caso di deglutizione infantile, i bambini continuano a posizionare la lingua tra le arcate, nonostante siano presenti i denti. Si nota, infatti, che la bocca rimane semiaperta e per chiuderla il bambino deve contrarre eccessivamente i muscoli del viso.

Quali sono le cause della deglutizione infantile?

Tale condizione dipende da varie cause, tra cui:

  • l’allattamento prolungato
  • il succhiamento del dito o del ciuccio
  • la respirazione orale
  • il frenulo linguale corto

Quali sono i sintomi?

I principali segnali che possono indicare la presenza di deglutizione infantile sono:

  • la posizione anomala della lingua tra le arcate, che porta ad avere la bocca semiaperta;
  • la difficoltà a deglutire cibi solidi;
  • la masticazione troppo lenta o, al contrario, troppo veloce;
  • la difficoltà a pronunciare alcuni suoni.

Cosa provoca la deglutizione infantile?

Nel caso in cui la deglutizione atipica non venga trattata, le possibili conseguenze sono:

  • alterazione dell’eruzione dentale
  • spostamento dei denti permanenti con conseguenti malocclusioni
  • problemi di masticazione
  • difetti di pronuncia
  • alterazioni estetiche

Come correggere la deglutizione infantile?

Per correggere la deglutizione atipica, è necessario capire la causa dell’errato posizionamento della lingua.

Spesso, questo comportamento viene trattato attraverso la terapia miofunzionale, un insieme di esercizi di fisioterapia che mirano alla correzione della posizione della lingua. In alcuni casi, si ricorre anche all’utilizzo di apparecchi ortodontici, che hanno lo scopo di posizionare la lingua all’interno delle arcate dentali.

In conclusione

La deglutizione infantile può avere un impatto significativo sullo sviluppo orale del bambino. È compito dell’odontoiatra pediatrico e del logopedista identificare i segnali che indicano la presenza di questo comportamento. 

Se noti nel tuo bambino alcuni sintomi riconducibili alla deglutizione infantile, contattaci! Il Centro di Odontoiatria Grangia dedica infatti una particolare attenzione alla salute orale dei più piccoli. Attraverso una diagnosi precoce con la nostra pedodontista, riusciremo ad agire presto evitando così lo sviluppo di anomalie dentali.

Respirazione orale nel bambino: cos’è e cosa fare

Come sappiamo, la respirazione rappresenta una funzione di vitale importanza. La corretta respirazione è quella nasale, essenziale per garantire al nostro corpo un flusso d’aria pulita. 

Al contrario, la respirazione dalla bocca avviene in circostanze specifiche, come durante il raffreddore o l’attività fisica intensa, oppure quando parliamo o cantiamo. Sebbene respirare occasionalmente dalla bocca sia normale, la sua persistenza richiede una particolare attenzione.

In questo articolo approfondiamo la respirazione orale, un problema sempre più diffuso tra i bambini, indicando le cause, i sintomi e le possibili soluzioni.

Cos’è la respirazione orale? 

La respirazione orale è un’abitudine che si riscontra quando il bambino respira attraverso la bocca e non, come dovrebbe accadere normalmente, tramite il naso.

Respirare con la bocca rappresenta un atteggiamento necessario in caso di raffreddore, ma si tratta di un’abitudine viziata se presente anche quando il naso è libero. 

La respirazione avviene infatti attraverso il naso, che filtra, umidifica e riscalda l’aria prima di raggiungere i polmoni.

Quali sono i sintomi riconducibili alla respirazione orale?

Riconoscere i sintomi della respirazione orale è importante per consentire al pedodontista di intervenire precocemente.

Nei bambini che presentano respirazione orale, generalmente, si nota:

  • bocca sempre aperta;
  • disidratazione delle mucose;
  • secchezza delle labbra;
  • malocclusione dentale;
  • problemi di pronuncia.

In molti casi, il bambino presenta anche deglutizione infantile.

Quali sono le cause?

Tra le cause più comuni della respirazione orale ci sono:

  • Ostruzione nasale: le infezioni al naso possono ostruire il setto nasale e spingere il bambino a respirare con la bocca;
  • Anatomia del naso: alcuni bambini possono avere una struttura nasale che li porta naturalmente a respirare dalla bocca;
  • Abitudini: alcune abitudini viziate come succhiare il pollice o usare il ciuccio per lunghi periodi possono influenzare il modo in cui il bambino respira.

Che cosa può comportare la respirazione orale?

Se non corretta tempestivamente, questa modalità di respirazione può essere causa di malocclusioni dentali e scheletriche nell’età dello sviluppo.

Nei bambini affetti da respirazione orale, infatti, si possono verificare:

  • aumento della dimensione verticale del viso, che presenta un aspetto allungato, con narici strette e sorriso gengivale;
  • posizione bassa della lingua, con conseguente alterazione dello sviluppo dell’arcata dentale superiore e palato a forma di “V”;
  • rotazione della mandibola;
  • spostamenti dentali e malocclusione;
  • ingrossamento delle tonsille.

Un sonno disturbato dalla respirazione orale può portare a episodi frequenti di stanchezza diurna

Come intervenire in caso di respirazione orale?

Abbiamo appena visto che la respirazione orale può creare delle ripercussioni importanti sullo sviluppo dello scheletro maxillo-facciale. È importante, quindi, intervenire velocemente andando ad eliminare le cause responsabili.

La respirazione orale viene corretta attraverso un trattamento ortodontico precoce, prima che la crescita cranio-facciale sia completa. Tale trattamento si compone di 2 fasi:

  1. Nella prima fase, il bambino si sottopone a un trattamento con apparecchio mobile, che va tolto ogni giorno;
  2. Successivamente, viene utilizzato un normale apparecchio fisso, che ha il compito di ruotare correttamente i denti.

Inoltre, a causa della forma allungata del viso, in molti casi è necessario utilizzare un espansore palatale.

In conclusione

La respirazione orale rappresenta un problema comune nei più piccoli. Riconoscere i sintomi in modo precoce e intervenire con il trattamento appropriato previene complicazioni e garantisce un corretto sviluppo del bambino.

Il tuo bambino respira con la bocca? Non aspettare, contattaci per fissare una visita!

Quali rimedi per l’alitosi? Una guida con consigli pratici

L’alitosi può essere un fastidio quotidiano, ma con la giusta igiene orale e qualche accortezza alimentare, è possibile mantenerla sotto controllo. Questa breve guida offre consigli e rimedi pratici per sconfiggere l’alito cattivo e ritrovare così la sicurezza di stare vicino alle persone senza disagi.

La preoccupazione di avere l’alito cattivo non è solo una questione di igiene personale, ma può influenzare profondamente l’autostima e le relazioni sociali. Se ti ritrovi spesso in disagio per l’odore del tuo respiro, non sei solo. Fortunatamente, con le giuste pratiche, è possibile eliminare l’alitosi e riconquistare la tua sicurezza.

Capire le cause dell’alitosi

L’alitosi può essere scatenata da vari fattori, alcuni dei quali sono controllabili, mentre altri potrebbero richiedere un intervento medico:

  • Igiene orale inadeguata: La mancata rimozione di residui di cibo e la formazione di placca possono portare a un odore sgradevole.
  • Alimenti e bevande: Alimenti come aglio, cipolla e alcuni tipi di bevande possono temporaneamente peggiorare l’alito.
  • Problemi orali: Carie, gengiviti e malattia parodontale (piorrea) possono contribuire all’alitosi cronica.
  • Secchezza delle fauci: Una ridotta produzione di saliva può peggiorare l’alitosi, soprattutto di mattina.
  • Condizioni mediche: Alcuni disturbi, come il reflusso gastroesofageo o le infezioni delle vie respiratorie, possono causare l’alito cattivo.

Rimedi per eliminare l’alitosi

1. Migliora la tua igiene orale

  • Spazzola i denti almeno due volte al giorno con uno spazzolino elettrico, e non dimenticare di pulire anche la lingua.
  • Usa il filo interdentale quotidianamente per rimuovere i residui di cibo tra i denti, zone spesso trascurate durante lo spazzolamento.
  • Risciacqua con un collutorio antibatterico per ridurre i batteri e mantenere l’alito fresco.

2. Regola l’alimentazione

  • Evita alimenti noti per causare alito cattivo (come cipolle e aglio), e riduci il consumo di caffè e alcol.
  • Bevi abbondante acqua durante il giorno per stimolare la produzione di saliva, un naturale detergente per la bocca.

3. Consulta il tuo dentista regolarmente

  • Un controllo periodico può aiutarti a identificare e trattare tempestivamente problemi come carie o malattie gengivali che potrebbero contribuire all’alitosi.

4. Altri rimedi pratici

  • Masticare gomme senza zucchero o utilizzare spray orali può fornire un sollievo temporaneo dall’alito cattivo.

Per concludere

L’alitosi non è una condanna. Con le giuste pratiche di igiene e qualche cambiamento nel tuo stile di vita, puoi dire addio all’imbarazzo e vivere con più serenità le tue relazioni sociali.  Non lasciare che l’alitosi comprometta la tua qualità di vita. Contattaci oggi per fissare una visita e scoprire le migliori strategie per mantenere il tuo alito fresco e pulito. La tua salute orale è la nostra priorità!

Scanner intraorale: innovazione nella diagnosi dentale

Negli ultimi anni, la tecnologia ha migliorato la valutazione clinica e la pianificazione delle cure. È il caso dello scanner intraorale, un dispositivo digitale che permette ai pazienti una diagnosi più veloce e meno invasiva.

In questo articolo, approfondiamo lo scanner intraorale, una delle tecnologie più utilizzate nel Centro di Odontoiatria Grangia

Che cos’è lo scanner intraorale?

Lo scanner intraorale è un apparecchio dotato di telecamere, in grado di analizzare le arcate dentali e riprodurle in 3D sul monitor.

Questo strumento consente di mostrare la struttura tridimensionale del cavo orale del paziente, che può essere visualizzata sullo schermo in tempo reale.

Come funziona la scansione intraorale?

Lo scanner intraorale emette un fascio luminoso che raggiunge i denti e permette di ottenere in pochi minuti l’impronta dentale digitale.

In questo modo vengono raccolti i dati sulla forma e la dimensione dei denti, per poi essere inviati al computer che restituisce un modello 3D delle arcate dentali e dei tessuti molli del paziente. 

Lo scanner dentale è quindi meno invasivo del calco tradizionale che, utilizzando paste siliconiche, è possibile causa di disagio legato al riflesso faringeo.

Quando si utilizza lo scanner intraorale?

Lo scanner intraorale è essenziale per la pianificazione dei trattamenti odontoiatrici. Viene utilizzato per ottenere le impronte dentali che serviranno per realizzare restauri (come impianti e protesi), ma anche per fare una diagnosi insieme al paziente.

Lo scanner dentale è impiegato anche in ambito ortodontico, per esempio in caso di malocclusioni, per supportare gli specialisti nella creazione di un apparecchio in linea con le esigenze del paziente.

Quali sono i vantaggi dello scanner intraorale?

Lo scanner intraorale permette ai nostri pazienti una diagnosi più confortevole, rispetto alle tecniche tradizionali. I vantaggi infatti che questa nuova tecnologia offre sono numerosi:

  1. Minore invasività rispetto al calco tradizionale. Il paziente non percepisce la sensazione di nausea che può avere con l’utilizzo del cucchiaio e della pasta.
  2. Velocità. In meno di 5 minuti viene eseguita la scansione. Lo scanner consente, quindi, di ridurre i tempi di attesa. Al contrario, per l’impronta tradizionale è necessario attendere che la pasta si indurisca, con il rischio di doverla rifare in caso di errori o imprecisioni.
  3. Durata. I modelli digitali, a differenza di quelli in gesso, non si deteriorano con il passare del tempo, non si rompono, non occupano spazio fisico e sono trasferibili in qualsiasi momento.
  4. Precisione. Le  scansioni prodotte presentano alti livelli di precisioni. Inoltre, permettono di avere informazioni anche sulla densità ossea e sulla posizione dei nervi.
  5. Possibilità di visualizzare in anteprima l’impronta dentale digitale. Il dentista può mostrare immediatamente il risultato dentale e affrontare così tutte le preoccupazioni insieme al paziente, spiegando nel dettaglio il piano di cura.

In conclusione

Come abbiamo visto, lo scanner intraorale è uno strumento che rende più positiva l’esperienza dal dentista.

Noi del Centro di Odontoiatria Grangia, utilizziamo le tecnologie più innovative per migliorare il comfort e la precisione dei trattamenti di cura. L’obiettivo è infatti quello di mettere a proprio agio il paziente, anche durante la rilevazione delle impronte dentali. Se sei interessato, contattaci. Ti aspettiamo!

Il dentista per bambini: chi è e cosa fa?

La prevenzione e la corretta igiene orale nei bambini garantiscono la crescita armonica dei denti e permettono di evitare possibili problemi in futuro. Per queste ragioni, è importante affidarsi, fin dai primi anni di età, ad un dentista specializzato in odontoiatria pediatrica.

In questo articolo scopriremo l’importanza del dentista per bambini, della prevenzione e della prima visita, con consigli utili per i genitori che devono affrontare la paura dei figli per il dentista.

Che cosa fa il dentista per bambini? 

Il dentista per bambini, o pedodontista, è la figura professionale che si dedica alla cura orale dei piccoli pazienti, dall’età pediatrica fino all’adolescenza.

Si tratta di un odontoiatra che ha competenze specialistiche e psicologiche, fondamentali per creare un rapporto di fiducia con i piccoli pazienti.

Il dentista per bambini ricopre un ruolo essenziale nella cura della salute orale dei piccoli pazienti, alcune delle sue principali funzioni sono:

  • monitorare la corretta crescita dei denti
  • valutare la funzione masticatoria, l’allineamento dei denti e le capacità fonatorie
  • curare eventuali carie e infezioni del cavo orale
  • educare i piccoli pazienti all’igiene orale quotidiana

Educare alla prevenzione

La bocca svolge molte funzioni essenziali come masticare, deglutire e parlare. È quindi importante prendersi cura dei denti da latte perché questi aiutano a sviluppare correttamente la struttura e le funzioni della bocca, influenzando anche la crescita generale del bambino. 

La prevenzione è infatti fondamentale per evitare possibili carie e per correggere precocemente le alterazioni funzionali. Per questo è essenziale la prima visita e l’educazione del bambino all’igiene orale quotidiana.

Quando fare la prima visita ai bambini?

La prima visita dal dentista rappresenta un momento importante ma delicato per i bambini, l’occasione con cui prendere confidenza con la figura del pedodontista.

È consigliabile effettuare una prima visita completa intorno ai 3 anni di età. Il bambino infatti si trova nella fase iniziale di sviluppo, durante la quale è possibile individuare e correggere in anticipo eventuali alterazioni ai denti e alla crescita ossea.

Come si svolge la prima visita per i bambini?

Alla prima visita dedichiamo tutte le attenzioni e il tempo necessario per far sentire il bambino a proprio agio. Fin da subito, è importante che tra il piccolo paziente e il team odontoiatrico si instauri un rapporto di fiducia, per evitare così che l’esperienza dal dentista sia associata a qualcosa di negativo. 

Noi del Centro di Odontoiatria Grangia siamo affiliati a Il Dentista dei Bambini, una rete di studi dentistici specializzati nella cura dei piccoli pazienti. Grazie al nostro team specializzato, desideriamo infatti far vivere ai bambini un’esperienza odontoiatrica positiva e piacevole. 

Nella pagina dedicata all’Odontoiatria pediatrica abbiamo descritto in modo dettagliato gli obiettivi della prima visita, che in sintesi sono:

  1. Diagnosticare eventuali malocclusioni dentali;
  2. Verificare lo stato dei denti da latte e lo sviluppo delle strutture ossee;
  3. Controllare le abitudini alimentari e di igiene orale del piccolo paziente.

Al termine della prima visita diamo al bambino alcuni suggerimenti su come utilizzare correttamente lo spazzolino. Desideriamo educare fin da subito i piccoli pazienti ad assumere sane abitudini di igiene orale quotidiana, in collaborazione con la famiglia

Cosa fare se il bambino ha paura del dentista?

Il dentista pediatrico è una figura che, grazie alla sua preparazione professionale, è in grado di rapportarsi con i bambini attraverso l’instaurazione di un rapporto di fiducia e di collaborazione.

Reazioni di ansia e paura possono impedire il corretto svolgimento dei trattamenti odontoiatrici. Spesso il motivo della paura è un’esperienza negativa vissuta in precedenza.

È fondamentale, quindi, abituare i bambini ad andare dal dentista, facendoli, ad esempio, assistere a visite di controllo di un genitore o di un fratello più grande.

Anche il comportamento positivo dei genitori contribuisce a ridurre la paura del dentista, aiutando il bambino ad associare allo studio dentistico una condizione di tranquillità e serenità.

Alcuni consigli che desideriamo darvi sono:

  • Spiegare al bambino cosa verrà fatto e presentare la visita dal dentista come un momento di routine
  • Evitare l’utilizzo di espressioni negative, come dolore o puntura, che possono incutere timore
  • Rivolgersi a una figura con esperienza e competenza nella gestione dei bambini
  • Restare accanto al figlio durante gli incontri per tranquillizzarlo e farlo sentire al sicuro

Conclusione

Il Centro di Odontoiatria Grangia dedica particolare attenzione alla salute orale dei più piccoli, con un team di professionisti dedicato.

Non esitare a contattarci per prenotare una visita con la nostra pedodontista. Inizia subito a prenderti cura della salute del tuo bambino, chiama e vieni a trovarci!